Vitiligine
La vitiligine è una patologia dall’ etiologia molto complessa e che viene generalmente annoverata tra le malattie infiammatorie croniche autoimmuni e colpisce circa lo 0,8 – 1% della popolazione dei paesi occidentali (l’ incidenza nei paesi asiatici è più elevata, in particolare circa 10 volte maggiore in India); non genetica, non contagiosa, colpisce i melanociti, ovvero le cellule della pelle deputate alla produzione di melanina, il pigmento che dà colore alla cute, provocando quindi macchie bianche sull’ epidermide di estensione variabile che, con il passare del tempo, tendono ad ingrandirsi. Colpisce in egual misura uomini e donne, con un maggiore picco di incidenza tra i 10 e i 20 anni, nei bambini il decorso può essere molto rapido, in un 30% dei casi è riscontrata una familiarità, cioè la vitiligine è presente tra più membri di una stessa famiglia.
Sembrano essere soggetti a più alto rischio chi soffre di Diabete, Ipo o Ipertiroidismo, Alopecia areata e Anemia perniciosa.
Molti pazienti attribuiscono l’ insorgenza della vitiligine a traumi fisici (la vitiligine compare in sede di trauma: segno di Koebner), malattie o stress emotivi. L’ esordio spesso si verifica dopo un lutto, una separazione o una più o meno grave lesione fisica. Anche le reazione ad un’ ustione solare può rappresentare un fattore scatenante.
A seconda del numero e delle localizzazioni delle chiazze si distinguono vari tipi di vitiligine:
- Vitiligine Universale: interessa quasi tutto il corpo;
- Bilaterale Simmetrica: forma generalizzata con chiazze acromiche disposte simmetricamente su entrambi i lati del corpo;
- Vitiligine Focale: forma localizzata con sole poche chiazze acromiche casualmente distribuite;
- Vitiligine Segmentale: quando la chiazza acromica, talora anche molto estesa, interessa solo un lato del corpo o del viso;
- Vitiligine Acrocefalica: le acromie sono distribuite su estremità e volto;
- Vitiligine Perinevica: le macchie formano un alone bianco intorno ad un neo;
In genere la malattia evolve in Primavera e con le prime esposizioni solari.
La patogenesi della vitiligine è assai complessa, coinvolgendo meccanismi infiammatori e immunitari. La presenza di un microambiente caratterizzato da una persistente condizione infiammatoria mediata dalle classiche citochine di derivazione Th1, in particolare IL-1, IL-6 e TNF-α, e da un intenso stress ossidativo causato dai radicali liberi ossigenati (ROS), rappresenta il principale fattore causale della progressiva perdita di funzionalità dei cheratinociti ed agisce quindi alimentando il processo auto-sostenuto, che porta alla progressione della malattia.
Nei pazienti con lesioni attive si registrano alti livelli di IL-1 soprattutto nella regione perilesionale, dove i fenomeni infiammatori sono più intensi, contribuendo in modo sensibile alla progressione della malattia. Alla luce di queste osservazioni l’ ipotesi di trattamento della vitiligine mediante l’ impiego di bassi dosaggi di citochine, trova oggi una base sperimentale significativa.
Ad oggi il gold standard nella terapia della vitiligine è rappresentato dal trattamento fototerapico uvb 311nm (banda stretta) localizzato esclusivamente alle macchie da trattare, risparmiando il resto del corpo non coinvolto dalla malattia. Il trattamento esclusivo delle singole chiazze acromiche riporta numerosi vantaggi rispetto ai comuni trattamenti fototerapici, permette infatti di non aumentare il contrasto tra cute sana e vitiligoidea con risultati estetici migliori anche durante la terapia; permette di poter dosare la quantità di uvb a seconda della quantità e della sede di cute affetta con migliori risultati terapeutici, i parametri sono appositamente calcolati per ciascun paziente al momento della visita iniziale con il dermatologo, in base al tipo di vitiligine e alla fase della malattia.
Per vedere i primi risultati sono necessari tra i 6 e i 12 mesi di terapia.
Il trattamento è ben tollerato, non ci sono effetti avversi, se non talora un lieve eritema di breve durata.
Studi recenti riportano miglioramenti più rapidi associando la fototerapia localizzata alla somministrazione orale di bassi dosaggi di citochine.
In base al tipo di vitiligine e alla fase della malattia (stazionaria, in miglioramento, in evoluzione),valutabili dal dermatologo al momento della visita specialistica effettuata con l’ausilio della luce di wood, è possibile iniziare il percorso terapeutico più adatto a ciascun paziente.